Mistretta, controlli sui fondi rustici comunali: allevamenti in ginocchio

di Giuseppe Salerno
21/05/2019

Nell’ambito dei controlli sui fondi rustici di proprietà del Comune di Mistretta, disposti dalla Commissione straordinaria che dallo scorso 28 marzo amministra l’Ente amastratino, gli agenti della Polizia Municipale e gli esperti dell’ufficio tecnico del Comune di Mistretta, nella giornata di ieri, hanno effettuato degli accertamenti sui terreni di proprietà dell’Ente, in contrada Francavilla, per controllare che gli stessi fondi, svincolati da qualsivoglia forma contrattuale, fossero realmente liberi da occupazione materiale. Nel corso del sopralluogo la task force del Comune ha avuto modo di accertare che i terreni, sui quali in teoria non sarebbero dovuti esserci animali da allevamento, in realtà erano fisicamente popolati da vacche al pascolo. Vacche con diversi codici aziendali, di proprietà dei soci di una cooperativa agricola di Castel di Lucio la quale, fino allo scorso novembre, da circa 70, deteneva in affitto lo stesso fondo, 500 ettari, di proprietà del comune di Mistretta.

Nel novembre 2018 alla cooperativa scade il contratto d’affitto, ma il Comune, che non aveva, e non ha ancora, predisposto i bandi pubblici per l’affitto dei fondi rustici, non ha potuto rinnovare l’affitto. Come, d’altro canto, non è stato rinnovato a nessun altro affittuario. Molti allevatori, non disponendo di altri terreni in cui far pascolare i propri animali, nonostante il contratto d’affitto relativo ai fondi comunali fosse scaduto, informano i Commissari in amministrazione al comune amastratino che, forzati da un palese stato di necessità, avrebbero portato gli animali a pascolare nel fondo dagli stessi detenuto in affitto da generazioni. Nella nota inviata ai commissari gli allevatori castelluccesi sottolineano, e spiegano nei particolari, come l’esigenza dell’insediamento fosse legata alla sola questione di sostentamento per gli animali stessi.

Ma torniamo alla controllo di ieri. Accertata l’occupazione del fondo comunale sul quale pascolavano circa 400 capi di bestiame, la Polizia Municipale del Comune di Mistretta sollecita l’intervento del Servizio Veterinario dell’Asp 5 di Messina, per le operazioni sanitarie di routine e chiede l’ausilio del Corpo Forestale Regionale, quale organo di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza specializzata nella difesa del patrimonio agro-forestale. Viene accertata l’occupazione del fondo di proprietà del Comune di Mistretta ed una “promiscuità aziendale” (il codice aziendale è un numero assegnato a ciascuna azienda in cui sono detenuti animali) ed identificati i proprietari degli animali. Quel che non è stato possibile fare è procedere con le operazioni legate all’aspetto sanitario: il prelievo di sangue, su ciascun capo, per accertarne eventuali infezioni di tubercolosi bovina e brucellosi.

Stamani il Comando della municipale della città amastratina, quale organo di polizia giudiziaria, a seguito degli accertamenti di ieri, dai quali sarebbe emersa un’ipotesi di reato (introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo) riferirà alla competente Procura, per iscritto, gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti di prova e le attività compiute, delle quali trasmetterà la relativa documentazione. Gli animali della cooperativa agricola rimangono, comunque, nel fondo in attesa di una chiara determinazione ed indicazione da parte dei Commissari prefettizi a seguito della quale dovrebbero essere avviati i controlli sanitari su ciascun capo.

Una storia triste ed assurda al tempo stesso determinata dall’inconsistenza e dalla leggerezza di una classe politica incapace che non ha saputo, per tempo, programmare ed avviare quei bandi pubblici, per l’assegnazione dei fondi rustici di proprietà del Comune di Mistretta. Assegnazione di terreni che avrebbe permesso alle piccole aziende del territorio di far pascolare e vivere quegli animali dai quali ricavano l’esiguo sostentamento per le proprie famiglie. Una storia triste e pericolosa che rischia, in un territorio vessato divenuto sterile ed infruttuoso, di causare disastri tanto dal punto economico quanto da quello sociale, con probabili e serie ripercussioni sull’ordine pubblico.

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