“Non fu stupro”, la difesa del 39enne che ha violentato la disabile a Troina

di Redazione
10/10/2020

“Io non parlerei di stupro,  si tratta di una persona disabile che, vorrei precisare, come tutti i disabili, cerca continuo affetto”. Sarebbe questa la linea difensiva del 39enne operatore sanitario di Troina, arrestato dalla squadra mobile di Enna, per violenza sessuale aggravata nei confronti di una giovane disabile ospite dell’Oasi.

A parlare è il suo legale, l’avvocato Eliena Maccarrone (nella foto), che durante un’intervista a “Mattino 5”, ha dichiarato che lo “stupro potrebbe non essere la corretta qualificazione del fatto. In questa fase non posso riferire sulla strategia difensiva, ma vorrei precisare che questa difesa non condivide la parola stupro. Il mio assistito sta collaborando e mi sento di dire che non ha coartato e non ha usato violenza fisica. In buona sostanza – ha detto Maccarrone rispondendo alla domanda se la giovane per la difesa fosse consenziente – la conclusione è quella” ed ha aggiunto che il suo cliente avrebbe dichiarato durante la confessione che sarebbe stato provocato.

Durissime le reazioni delle associazioni contro la violenza sulle donne. “Inaudito – commenta l’associazione Co.tu.le.vi. antiviolenza di Ennache si possa giustificare l’immane violenza compiuta in nome della provocazione, concetto inaccettabile ancor più nel caso di una ragazza affetta da grave disabilità psichica. Scandaloso affermare che i disabili avendo bisogno di affetto, anche se privi di capacità di discernimento, possano acconsentire ad un qualsivoglia rapporto sessuale”.

Per  il direttore sanitario dell’Oasi Michelangelo Condorellila ragazza non credo si accorga del suo stato. Non ha percezione anche se sente i movimenti del bimbo, non riesce a capire e neanche si riesce a farle capire”.

 

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