Non si presenta davanti al magistrato perché agli arresti domiciliari: finisce in cella

di Giuseppe Salerno
08/03/2024

Una vicenda assurda che ha dell’incredibile. Occorre preliminarmente chiarire il concetto che concerne la “malagiustizia” il quale non attiene solo a situazioni di errori giudiziari (sempre possibili anche in situazioni di fisiologia del sistema, tanto è vero che il nostro ordinamento prevede sia nella materia penale che in quella civile ben tre gradi di giudizio), ma anche a situazioni paradossali che riguardano un sistema organizzativo che fa acqua da tutte le parti.

La vicenda del 37enne di Messina, raccontata dal legale dello stesso, Valerio Antonio Miserendino, n’è un chiaro esempio. Il 37enne assistito dall’avvocato Miserendino si trovava sottoposto, contemporaneamente, alla misura alternativa della detenzione domiciliare ed alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

“L’uomo – spiega il legale – veniva convocato dal magistrato di sorveglianza per un colloquio, ma non poteva recarsi poiché ristretto per altra causa e privo di autorizzazione ad allontanarsi dalla propria abitazione da parte del giudice della misura cautelare. Avvertiti i carabinieri dell’impossibilità a presenziare all’invito, questi, su indicazione di un funzionario dell’ufficio che aveva disposto la comparizione del giovane, gli veniva comunicato che non era necessario che si recasse al colloquio, e che ne sarebbe stato fissato un altro nei prossimi giorni. Tuttavia – prosegue il legale – del tutto inaspettatamente, nel pomeriggio stesso, il 37enne finiva in carcere su disposizione del medesimo magistrato di sorveglianza che aveva disposto la sua comparizione poiché aveva disatteso il suo invito a comparire”.

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