Omicidio Costanza, in Appello ergastolo confermato per il boss Virga

di Giuseppe Salerno
13/03/2024

La Corte di Appello di Messina ha confermato la sentenza di primo grado, emessa il 13 febbraio 2023 dalla Corte d’Assise di Messina, condannando all’ergastolo Domenico Virga, uomo di spicco nel mandamento di San Mauro Castelverde-Gangi,  arrestato per l’omicidio di Francesco Costanza, originario di Tusa, avvenuto in contrada Cartolari  tra San Fratello ed Acquedolci, il 29 settembre del 2001. Omicidio che secondo l’accusa sarebbe stato deciso nel corso di un summit mafioso che si svolse in un casolare abbandonato di Tusa. Costanza sarebbe morto per aver chiesto la “messa a posto” ad alcune imprese che lavoravano sui Nebrodi, già “protette” da Cosa nostra palermitana, e anche per aver trattenuto una parte delle somme estorte.

Francesco Costanza aveva 48 anni quando venne freddato da diversi colpi di arma da fuoco esplosi con una pistola cal. 7,65 e poi finito con alcuni colpi di pietra al capo. La vittima, gravitante negli ambienti della criminalità organizzata in quella che viene definita area della “famiglia mafiosa di Mistretta” e inserito nel contesto malavitoso del mandamento maurino, era già stato oggetto di molteplici azioni investigative della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

A dare una svolta alle indagini, le recenti dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo Barbagiovanni, inteso “U muzzuni”, attualmente detenuto, esponente della famiglia mafiosa dei “Batanesi”, riconducibile a “cosa nostra” ed operante principalmente sull’estremo versante tirrenico della provincia di Messina. Barbagiovanni, ha fornito una precisa descrizione del contesto in cui esso è maturato e delle efferate modalità di esecuzione, autoaccusandosi di tale azione criminosa. Il collaboratore, si è autoaccusato dell’omicidio commesso insieme a Sergio Costanzo, classe ’74, assassinato nel 2010 nelle campagne di Centuripe con diversi colpi di fucile, uno dei quali esploso ai genitali.

La sentenza è arrivata nella tarda serata di ieri, dopo una lunga camera di consiglio iniziata in mattinata dalla corte d’assise d’appello presieduta dal giudice Bruno Sagone, a latere la collega Daria Orlando. A gennaio, per l’accusa, il sostituto procuratore generale Maurizio Salamone aveva chiesto la conferma integrale della condanna di primo grado, e si era anche opposto alla richiesta di riapertura dell’istruttoria dibattimentale chiesta dall’avvocato Salvatore Silvestro, uno dei difensori di Virga, per sentire nuovamente il pentito Nino Giuffrè “manuzza”

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