Operazione “Majari”, al via gli interrogatori di garanzia

di Giuseppe Salerno
13/05/2020

Sono previsti per domattina (giovedì 14 maggio) alle ore 10:30 gli interrogatori di garanzia per 4 dei 7 soggetti raggiunti dal provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Patti, Eugenio Aliquò, su richiesta dei Sostituti Procuratori Alessandro Lia e Federica Urban, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Majari, che, ricordiamo, hanno portato all’arresto di Elvira Parisi, Gino Paterniti, Doinae Negru Rodica e Lidia Messina. Mentre agli arresti domiciliari finiscono Teresa Prinzi e Rosario Lombardo Facciale.

Il terzo soggetto, Francesco Ranno, per il quale è stato emesso il provvedimento di custodia cautelare domiciliare,  risulta ancora ricercato. Secondo indiscrezioni si troverebbe all’estero. Le indagini, sviluppatesi per quasi due anni, basate su intercettazioni telefoniche, assunzioni di numerose testimonianze e perquisizioni, hanno svelato l’esistenza di un articolato sodalizio criminale avente base operativa a Santo Stefano di Camastra.

Domattina in videoconferenza, considerate le attuali restrizioni determinate dall’emergenza sanitaria in corso, dalle carceri di Messina e Barcellona, Elvira Parisi, Gino Paterniti, Doinae Negru Rodica e Lidia Messina, dovranno decidere se rispondere o meno alle domande del gip del tribunale di Patti sulle imputazioni a loro carico dettagliatamente spiegate nelle 646 pagine del provvedimento cautelare. Le 321 trascrizioni delle intercettazioni telefoniche, contenute in 855 pagine, su 16 utenze telefoniche intercettate, hanno permesso di far luce su quanto accadeva nella Città delle Ceramiche, ma anche in altre parti della provincia,  e sulle attività del sodalizio capeggiato da Elvira Parisi e Gino Paterniti. Costoro, secondo gli inquirenti, spacciandosi per veri e propri “maghi” e cartomanti, dotati di poteri occulti ed esoterici, agganciavano le ignare vittime, le convincevano dei loro poteri “magici” e le inducevano a versare forti somme di denaro in cambio delle loro “presunte” prestazioni professionali.

Gli indagati, emerge dalle indagini portate coordinate dalla Procura di Patti, avvicinavano le vittime, sfruttando momenti di fragilità e solitudine di queste ultime, ne carpivano la fiducia attraverso lunghe telefonate ad ogni ora del giorno e della notte, nel corso delle quali, fingendo solidarietà e comprensione, si arrogavano poteri sensitivi straordinari (potere di percepire il pericolo incombente nella vita degli altri; potere di purificazione da fenomeni paranormali negativi), grazie ai quali paventavano l’esistenza di gravi ed immediati pericoli, forti negatività anche di tipo mortale, gravanti sull’intero nucleo familiare (per es., riti malefici posti in essere da terzi con teli appesi al balcone), i quali potevano essere scongiurati soltanto attraverso il ricorso alla cartomanzia, a  “riti esoterici”, “rituali magici”, “preghiere”. In cambio di tali prestazioni, costoro si facevano consegnare cifre esorbitanti in denaro, erogato in contante o attraverso ricariche su carte prepagate.

I rituali magici o riti esoterici (chiamati “lavori”, “grafiche”, “invocazioni”) venivano sempre prospettati come molto costosi, perché bisognevoli di materiali speciali e talismani. I riti, a volte, servivano anche a mettere a tacere definitivamente “voci e dicerie di paese” pericolose per la reputazione della vittima (per. es. relazioni extraconiugali) e comprendevano anche la consegna di “talismani”, ossia oggetti di vario tipo (collanine, portachiavi, braccialetti, pietre vulcaniche) che dovevano essere utilizzati secondo precise istruzioni: così, ad esempio, un braccialetto doveva essere indossato per ventiquattro ore consecutive, compresa la notte, e l’indomani doveva essere gettato in mare.

Per i dettagli e parte delle intercettazioni, vi rimandiamo all’articolo pubblicato da questa testata giornalistica il giorno degli arresti 

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