Processo Alastra, rese note le motivazioni della sentenza di primo grado

di Giuseppe Salerno
19/05/2022

“Condannati per aver fatto parte, in concorso, dell’associazione mafiosa denominata «Cosa Nostra» avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, per commettere delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e gli altri, per intervenire sulle istituzioni e la pubblica amministrazione. Con l’aggravante dell’articolo 416 bis commi quarto e sesto, trattandosi di associazione armata e di attività economiche finanziate in parte con il prezzo, il prodotto e il profitto di delitti”.

È la sintesi estratta dalle 203 pagine in cui sono riportate, soggetto per soggetto, le motivazioni della sentenza di condanna, in primo grado, per 7 degli 11 imputati del processo scaturito dall’operazione antimafia «Alastra» ai quali sono stati inflitti condanne per 66 anni e 10 mesi di carcere. Condanna emessa dal Tribunale di Palermo lo scorso 16 febbraio.

Si chiude così il primo capitolo che vede condannati i principali protagonisti dell’inchiesta che il 30 giugno 2020 portò al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, 11 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di “associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di beni, corruzione, atti persecutori, furto aggravato e danneggiamento”

All’esito del processo, con rito abbreviato, il Tribunale di Palermo ha inflitto 12 anni e 5000 euro di multa a Giuseppe Farinella, figlio di Domenico, detto “Mico” e nipote di Peppino Farinella, capo della famiglia di San Mauro Castelverde e un tempo membro della Commissione mafiosa siciliana. 6 anni al padre Domenico, mentre 16 anni di reclusione e 7.200 euro di multa, sono stati inflitti a Giuseppe Scialabba.

Il castelluccese Antonio Alberti è stato condannato a 10 anni di reclusione e 4000 euro di multa, mentre al tusano Gioacchino Spinnato vengono inflitti 4 anni di carcere. Per Francesco Rizzuto 10 anni e 4000 euro di multa; 8 anni e 10 mesi invece per Mario Venturella. Assolti per non aver commesso il fatto Rosario Anzalone e Vincenzo Cintura. Arianna Forestieri assolta perché il fatto non costituisce reato mentre per Francesca Pullarà il giudice ha ritenuto non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato.

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