Sant’Agata, processo Camelot: su Mancuso e Contiguglia si deciderà il 4 febbraio

di Redazione
20/01/2022

Sta per concludersi il processo scaturito dall’inchiesta “Camelot”, che nel febbraio 2014 aveva fatto balzare Sant’Agata di Militello agli onori della cronaca nazionale, con numerose misure cautelari. All’udienza di ieri i giudici del Tribunale di Patti, il Presidente dott. Mario Samperi, il dott. Andrea La Spada e dott. Edoardo Zantedeschi, con il Pubblico Ministero dott. Alessandro Lia, dopo l’audizione del teste dott. Licandri, consulente dell’ing. Giuseppe Contiguglia, hanno chiuso l’istruttoria dibattimentale del processo e rinviato all’udienza del 4 febbraio 2022 per la discussione e la decisione.

All’udienza del 14 ottobre 2021 il Tribunale aveva disposto lo stralcio e dichiarato non doversi procedere per prescrizione nei confronti di 17 imputati per i numerosi reati, mentre il processo prosegue per il primo cittadino santagatese e l’ex dirigente dell’ufficio tecnico dell’Ente, per il capo di imputazione, ancora non prescritto, dell’associazione a delinquere prevista e punita dagli artt. 416, commi 1 e 2 c.p. “per essersi associati, il prima quale sindaco del comune di S. Agata Militello e promotore, il secondo quale Dirigente, tra l’altro, dell’Area Strategia e Sviluppo Territoriale e organizzatore, e gli altri quali componenti dell’Ufficio Tecnico e partecipi, allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione, quali abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, turbata libertà degli incanti”.

Il Sindaco Mancuso è stato difeso dall’avvocato Giuseppe Mancuso e dall’avvocato Alberto Gullino, l’ing. Contiguglia dall’avvocato Massimiliano Fabio ed il Comune di Sant’Agata, costituito parte civile, con l’avvocato Fabio Repici.

Secondo l’accusa e quanto sostenuto nell’ordinanza di custodia cautelaregli elementi raccolti appaiono sintomatici dell’esistenza, almeno fino al periodo contestato, di un sodalizio criminoso stabile, al quale hanno preso parte i pubblici dipendenti addetti all’area tecnica del Comune di Sant’Agata di Militello nei cui confronti è stata avanzata richiesta di misura cautelare, finalizzato allo sfruttamento delle risorse pubbliche destinate alla progettazione, indipendentemente dalla effettiva successiva realizzazione dell’opera, superando ogni ostacolo relativo alla tempistica imposta dagli enti finanziatori, con il ricorso a strumenti e pratiche delittuose, consistenti nella formazione di atti pubblici falsi, abusi d’ufficio e, soprattutto, nello svolgimento di gare che dietro la parvenza del rispetto delle procedure concorsuali stabilite per legge, celavano, con gli stratagemmi sopra evidenziati, aggiudicazioni già predestinate. Ciò a tutto vantaggio quantomeno degli stessi componenti dell’Ufficio Tecnico, che pur prendendosi i meriti e la visibilità pubblica per l’attività svolta, nonché gli incentivi economici conseguenti alle progettazioni portanti la loro firma, di fatto si avvalevano del lavoro di professionisti esterni già individuati, che poi venivano a loro volta remunerati con la metodologia sopra chiarita, con grave stravolgimento dei principi di trasparenza e di buona amministrazione nonché di non discriminazione e parità di trattamento, cui dovrebbe essere improntata l’azione di ogni pubblico funzionario e/o dipendente.

L’operazione Camelot ha riguardato diversi tronconi, oltre a quello oggetto del processo in corso, il secondo troncone ha riguardato la gara del Porto ed relativo il processo si è concluso con una sentenza di non doversi procedere per prescrizione, mentre altri tronconi, per quanto hanno visto l’iscrizione nel registro degli indaghi di numerosi dipendenti, politici e professionisti, non sono giunti alla richiesta di rinvio a giudizio anche per la prescrizione nel frattempo maturata.

Dunque, il 4 febbraio prossimo sapremo se tutto si concluderà con un nulla di fatto oppure se qualcuno degli imputati sarà condannato, con inevitabili ripercussioni sul futuro politico del Comune di Sant’Agata, le cui elezioni amministrative sono previste per il 2023 ma che, in caso di condanna del Sindaco, anche per effetto della Legge Severino, potrebbero essere celebrate a maggio-giugno di quest’anno.

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