Sant’Agata, Starvaggi chiede spiegazioni su indennità di Scurria

di Redazione
02/07/2020

Una richiesta di spiegazioni sull’indennità di carica dell’Assessore al Bilancio del Comune di Sant’Agata di Militello, Antonio Scurria. A seguito dell’esposto che l’ex consigliere comunale santagatese Marco Donato Lemma, oggi sindacalista, ha presentato alla Procura della Repubblica di Patti contro l’assessore in merito all’indennità di carica percepita, la consigliera di Italia Viva, Nunziatina Starvaggi, ha depositato oggi in Consiglio un’interrogazione in cui chiede conto al Comune e all’amministrazione guidata dal sindaco Bruno Mancuso.

Riportiamo integralmente il testo dell’interrogazione

OGGETTO: NOTIZIE SULL’INDENNITÀ DI CARICA DELL’ASSESSORE SCURRIA E DEL MANCATO DIMEZZAMENTO NEL PERIODO IN CUI AVREBBE PRESTATO ATTIVITÀ DI LAVORATORE DIPENDENTE

La sottoscritta Nunziatina Starvaggi, in qualità di Consigliere Comunale del Comune di Sant’Agata di Militello, nello svolgimento delle funzioni connesse all’espletamento del proprio mandato amministrativo,

Premesso

– Che nei giorni scorsi alcuni blog e giornali online hanno riportato la notizia che l’Assessore Scurria avrebbe percepito l’indennità di carica per intero, e non dimezzata, anche nel periodo in cui ha svolto attività di lavoratore dipendente;

– Che, sempre da quanto appreso dalle notizie di stampa online, tale circostanza sarebbe emersa a seguito di una segnalazione di un ex Consigliere Comunale all’autorità giudiziaria;

– Che tale vicenda ha, di certo, rilievo politico in quanto l’assessore Scurria, nell’attuale mandato amministrativo, oltre ad avere la delega al bilancio, ha rivestito e riveste un ruolo importante nelle decisioni e scelte dell’Ente (come è stato per il piano di riequilibrio, fondo di rotazione che ha portato alla mancata stabilizzazione), e in più occasione ha esternato e rivendicato le sue capacità amministrative e tecnico- giuridiche;

Considerato

– Che, sul sito internet del Comune, la sezione “amministrazione trasparente” da tempo risulta in manutenzione e non consente di acquisire i dati che obbligatoriamente devono essere pubblicati, quali le indennità di carica degli amministratori;

– Che la questione della corresponsione dell’indennità agli amministratori comunali (disciplinata dall’art. 82 TUEL), che abbiano ricevuto un incarico a tempo determinato è stata oggetto di diverse pronunzie delle Corti deputate al controllo, invero a seguito al parere chiesto da alcuni Sindaci sulla misura dell’indennità di funzione da riconoscersi agli Amministratori già lavoratori dipendenti, assunti a tempo determinato con riferimento alla disciplina prevista agli artt. 82 (“Indennità”), la giurisprudenza di controllo è giunta ad una determinazione univoca ed incontroversa: ossia che l’indennità agli amministratori va dimezzata per i lavoratori dipendenti anche a tempo determinato (Corte Conti/Regione Liguria, deliberazione n. 109/2018 del 13 settembre 2018)

Infatti, a parte qualche lontana ed isolata pronuncia (forse unica,  – Corte Conti/Regione Sicilia/delib n. 26 del 23 luglio 2013) la Giurisprudenza di controllo, con riguardo ed ai sensi del citato art. 82, comma 1 del Tuel, ha chiarito che “non risulta consentito ammettere il lavoratore a tempo determinato alla indennità nella misura piena, anche quando lo stesso, risultando oggettivamente tenuto a proseguire nel proprio rapporto di lavoro (e quindi anche quando non ha la facoltà di chiedere l’aspettativa), in quanto in ragione ciò il dipendente-amministratore “si troverebbe a percepire per intero sia l’indennità di funzione sia il trattamento stipendiale”.

“Il quadro normativo all’esame dispone chiaramente che la corresponsione dell’indennità di funzione deve essere dimezzata nei confronti dell’Amministratore che non si trovi in regime di aspettativa non retribuita. In altri termini il diritto all’indennità in misura piena non può che conseguire ad un incarico svolto a tempo pieno da parte dell’Amministratore (Corte Conti/Regione Sardegna, deliberazione n. 8/2020 del 18 febbraio 2020);

 Ed ancora Una diversa soluzione si appaleserebbe in contrasto con quanto disposto dall’art. 82 comma, 1 del Tuel, qualora si corrispondesse l’intera indennità a chi non svolga in forma piena/esclusiva l’incarico di Amministratore pubblico, determinando una evidente distorsione logico-giuridica. Tale ultima soluzione comporterebbe, inoltre, un ulteriore effetto distorsivo consistente in una ingiustificata corresponsione di pubblici emolumenti, esponendo ad un improprio esborso di pubbliche risorse e, ulteriormente, concretizzerebbe una ingiustificata discriminazione tra le due situazioni soggettive esaminate. Quella dell’Amministratore in aspettativa non retribuita, con diritto a percepire la sola indennità di funzione e quella dell’Amministratore/lavoratore a termine che percepirebbe oltre all’indennità in misura piena il proprio trattamento stipendiale (Corte Conti/Regione Sardegna, delib. N. n. 8/2020 del 18 febbraio 2020).

Ritenuto

 Che il mancato dimezzamento ed il percepimento per intero di una indennità di funzione, che andava dimezzata, oltre a comportare un danno erariale all’Ente, nel caso di specie potrebbe assumere un’ulteriore rilevanza legata alla posizione che riveste l’assessore Scurria nell’attuale amministrazione del Paese, in cui si pone come vero e proprio “deus ex machina” del Comune di Sant’Agata, ed in considerazione dell’approssimarsi di valutazione e scelte importanti per il paese (come si è detto, l’assessore Scurria, in questo mandato amministrativo,  oltre ad avere la delega al bilancio riveste spesso un ruolo determinante nelle decisioni e scelte dell’Ente), per cui risulta urgente avere notizie sulla questione, al fine di permettere una valutazione politica sul suo operato.

Tutto ciò premesso e considerato

Si interroga il Sindaco per conoscere:

1)         Se nel corso del presente mandato (2018-2020) l’Assessore Scurria ha per un determinato periodo realmente prestato attività di lavoratore subordinato;

2)         Se nello stesso periodo l’Assessore Scurria ha percepito l’indennità di carica per intero (€ 1293,22 anziché 646,00);

3)         Se l’Assessore ha fatto dichiarazioni e/o altro per giustificare l’eventuale mancata riduzione dell’indennità de quo;

4)         Quale posizione, azione e/o procedimento il Comune ha avviato al fine di verificare ed approfondire la questione ed accertare se l’indennità di cui trattasi andava o meno dimezzata.

Si chiede risposta scritta

 

 

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