Troina aderisce alla rete della transumanza dell’Unesco

di Redazione
30/12/2020

Nell’ambito del più ampio programma “Terre Rurali d’Europa”, Troina ha aderito al progetto “Parchi, Pastori, Transumanze e Grandi Vie della Civiltà”, nato dall’impegno della famiglia Colantuono e di Nicola Di Niro che, nel 2019, ha portato all’inserimento della transumanza nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

Il progetto si pone l’obiettivo di valorizzare i territori rurali e di mettere in evidenza la qualità e lo stile di vita di coloro che lo abitano e lo rendono unico: uomini, animali e varietà vegetali. Particolare rilievo assume anche il recupero e riqualificazione del patrimonio storico, culturale, ambientale e delle tradizioni della civiltà agropastorale, delle produzioni tipiche agroalimentari e dell’artigianato, per creare opportunità idonee a favorire l’implementazione di attività multisettoriali, capaci di generare sviluppo del territorio anche ecocompatibile con la propria identità.

Da un paio di anni, il Comune di Troina e l’Azienda Speciale Silvo-Pastorale hanno infatti avviato il progetto “Legalità di razza”, che prevede l’allevamento di razze in via di estinzione nei terreni demaniali dei Nebrodi sottratti alla mafia. In primavera e in autunno inoltrato, la mandria dei 115 asinelli ragusani si sposta lungo le antiche trazzere, dalle alture dei boschi fino alla vallata di Troina e viceversa, praticando l’antico rito della transumanza, che è stato rivalutato e costituisce un vero e proprio evento per la città e per i turisti che hanno voluto compiere o semplicemente vedere questa pratica pastorale.

“Siamo onorati di far parte di questo importante e prestigioso circuito internazionale riconosciuto dall’UNESCO – dichiara il sindaco Fabio Venezia – , che mette al centro la valorizzazione del territorio attraverso della tutela della civiltà agropastorale. Il turismo ‘rurale’, legato a forme esperienziali di contatto con la natura e le antiche pratiche agresti, può rappresentare una grande occasione per il rilancio del territorio non soltanto in chiave turistica, ma anche sotto il profilo della valorizzazione delle produzioni agricole e della eccellenze gastronomiche”.

La pratica della transumanza, rispettosa del benessere animale e dei ritmi delle stagioni, è infatti un esempio straordinario di approccio sostenibile per affrontare le sfide poste dalla rapida urbanizzazione e dalla globalizzazione ed ha contribuito in modo significativo a modellare il paesaggio naturalistico.

L’UNESCO ha riconosciuto due tipi di transumanza: quella orizzontale, nelle regioni pianeggianti, e quella verticale, tipica delle aree di montagna, evidenziando l’importanza culturale di una tradizione che ha modellato le relazioni tra comunità, animali ed ecosistemi, dando origine a riti, feste e pratiche sociali che costellano l’estate a l’autunno, quale segno di una pratica che si ripete da secoli con la ciclicità delle stagioni in tutte le parti del mondo.

Le regioni coinvolte nel progetto sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Calabria e Puglia e, adesso, con l’adesione del Comune di Troina, che è stato individuato come Ente coordinatore e capofila a livello regionale, si è aggiunta anche la Sicilia.

“Attraverso la valorizzazione dei nostri boschi in chiave ecosostenibile – aggiunge il presidente della Silvo-Pastorale Angelo Impellizzeri, stiamo costruendo progetti virtuosi basati sul turismo lento e sull’ospitalità rurale, mettendoli in connessione con le risorse ambientali, storiche e culturali del territorio. Con la riproposizione dell’antica pratica della transumanza, che sui Nebrodi ha origini antichissime, intendiamo anche valorizzare le antiche trazzere ed i manufatti della civiltà pastorale, che presto verranno inseriti in un sistema di offerta turista integrata”.

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