L’Asp di Messina sospende tre medici dell’ospedale di Mistretta

di Giuseppe Salerno
28/05/2018

L’ufficio per i Procedimenti Disciplinari dell’Asp 5 di Messina ha sospeso dal servizio e dalla retribuzione, per quindici giorni, tre medici in servizio presso il SS. Salvatore di Mistretta rei di aver denunciato, informato e reso pubblico, con una precisa e dettagliata nota, indirizzata al dirigente della medesima Unità Operativa, al direttore di presidio Ospedali di Mistretta e Sant’Agata di Militello, al direttore generale dell’ASP 5 di Messina, al sindaco e al presidente del consiglio del comune di Mistretta, all’Assessore regionale alla Salute e alla stampa, l’aspetto pericoloso rappresentato dalla totale assenza, in alcune giornate, di uno specialista Cardiologo, anche al Pronto Soccorso del nosocomio cittadino.

“…le criticità denunciate avrebbero dovuto seguire le vie gerarchiche e non essere utilizzate con finalità di allarme sociale e con grave nocumento alla stessa gestione aziendale”. Questa è la motivazione esposta nell’atto di deliberazione tramite il quale viene adottato il provvedimento di sospensione a carico dei medici in servizio presso le Unità Operative di Medicina e Lungodegenza, del presidio ospedaliero di Mistretta.

La sistematica spoliazione e il depotenziamento dell’Ospedale SS. Salvatore di Mistretta, percepito dalla popolazione del territorio, trova riscontro nella lettera di denuncia dei medici Sebastiano Zingone, Tatiana Spinnato e Carlo Cannistraci nella quale vengono scrupolosamente illustrate le allarmanti criticità con le quali, i medici in servizio presso le rispettive Unità operative di Medicina e Lungodegenza, sono continuamente costretti a convivere ed a fronteggiare.  Condizioni critiche ribadite, in ogni modo, anche dalla stessa Azienda nelle premesse esposte nella deliberazione, nella quale viene attestato che ricorrono i presupposti per l’applicazione della sanzione disciplinare dacché l’intento dei tre medici sarebbe stato quello di creare allarme sociale.

L’allarme sociale, a nostro modo di vedere la cosa, è generato da ben altro. Dalla percezione di scarsa sicurezza da parte dei cittadini legata ai livelli assistenziali offerti dal SS. Salvatore di Mistretta, frequentemente non in grado di rispondere in maniera efficiente ed efficace alle richieste di salute e di assistenza di una popolazione, over 60, che vive in una porzione di territorio difficile per la situazione oro geografica, non certo dalla denuncia pubblica dei tre operatori sanitari che, in assenza di un medico cardiologo, anche  in regime di pronta disponibilità, a tutela loro e dei loro pazienti, reclamano, dopo la partenza dello specialista e mesi d’infruttuosa attesa, l’emanazione di precise linee-guida e protocolli da valere come ordine di servizio esplicito ed inequivoco da cui risulti chiaramente la figura gerarchica che le dispone e l’obbligatorietà di ottemperarle da parte di medici non specialisti in cardiologia; in modo tale da non lasciare nulla all’improvvisazione e da cui risulti in capo a chi ricade la responsabilità della gestione di tali pazienti.

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