Mafia dei Nebrodi, chiesta la conferma di condanna per 17 boss

di Redazione
04/12/2019

Il Procuratore generale di Messina ha chiesto la conferma delle pesanti condanne, inflitte in primo grado, nel processo d’appello relativo all’operazione “Senza tregua, scattata nel 2016 sui Nebrodi. Lo scrive La Gazzetta del Sud nell’edizione online.

Il procuratore ha chiesto la conferma delle condanne per: Antonio Foraci, di Tortorici, inteso “u’ calabrisi”, ritenuto il presunto capo, ristretto al carcere duro (41 bis, a Milano) dal gennaio 2017 (30 anni in primo grado). Quindi 14 anni e 8 mesi per la moglie, Calogera Rina Costanzo e 15 anni e 8 mesi per il figlio Cristian Foraci, in primo grado assolto per un capo di imputazione. Sono accusati di associazione mafiosa finalizzata all’estorsione e alla tentata estorsione, oltre ai Foraci, anche Giovanni Montagno Bozzone, originario di Tortorici, residente a Torrenova, condannato a 12 anni e Massimo Salvatore Rocchetta, di Tortorici, 13 anni e 4 mesi.

Gli altri imputati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e alla cessione di stupefacenti, altri ancora di singoli casi di detenzione e cessione. Chiesta la conferma della condanna per Giovanni Aspri, di Messina, 15 anni e 8 mesi; Giuseppina Chiaia, domiciliata a Capo d’Orlando, 8 mesi; Francesco Costanzo, di Bronte, 1 anno e 9 mesi. Quindi, per un gruppo di imputati di Tortorici: Luca Destro Pastizzaro a 11 anni; Andrea Favazzo a 1 anno e 6 mesi; Gianluca Favazzo a 11 anni; Sebastiano Favazzo a 14 anni; Roberto Galati Giordano a 10 anni e 8 mesi. E ancora: Sebastiano Galati Rando, di Maniace, a 2 anni e 10 mesi; Simone Ingrillì, di Capo d’Orlando, a 6 mesi; Giuseppe Domenico Raneri, di Sant’Agata Militello, a 8 mesi; Vincenzo Rosano, di Adrano, a 10 anni.

L’operazione condotta dai pm della Dda di Messina, di concerto con il Commissariato di Polizia di Capo d’Orlando, Tortorici e la Squadra Mobile di Messina, scattata il 29 maggio 2016, portò all’esecuzione di 23 ordinanze di custodia cautelare. Il 18 dicembre 2016, Giuseppe Sinagra, fu condannato, col rito abbreviato,  a 6 anni di reclusione, per associazione mafiosa finalizzata all’estorsione.

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