Reitano, al via il processo alle tre maestre accusate di violenze sugli alunni

di Redazione
27/09/2018

Cominciato al Tribunale di Patti il processo nei confronti delle tre maestre accusate delle presunte violenze fisiche e psicologiche perpetrate ai danni degli alunni di una pluriclasse di Reitano. Ieri pomeriggio ha avuto luogo la prima udienza, dopo il rinvio dello scorso 7 marzo, davanti al giudice monocratico Francesco Torre, nei confronti di Giuseppina Calanni, 59 anni di Caronia, difesa dall’avvocato Paolo Chicco, Rita Crascì, 42 anni di Castell’Umberto, rappresentata dai legali Nino Favazzo e Patrizia Messina e Giuseppa Lanza Cariccio, 55 anni di Castell’Umberto, assistita dall’avvocato Carmelo Occhiuto.

L’avvocato Paolo Chicco ha chiesto al magistrato venisse disposta perizia psichiatrica affinché fosse accertata la capacità d’intendere e di volere della maestra Calanni, al momento in cui sono stati compiuti i fatti, nonché di assistere “scientemente” al proprio processo, in virtù della grave patologia da cui risulta affetta, richiesta però già rigettata dal Gup Eugenio Aliquò. Il giudice Torre ha accordato il compimento della perizia sull’imputata ed aggiornato l’udienza al prossimo novembre per l’affidamento dell’incarico al consulente tecnico d’ufficio.

Gli avvocati Occhiuto, Favazzo e Messina attendono l’esito della perizia perché le loro assistite rispondono in concorso per omessa vigilanza, si sarebbero limitate ad osservare quanto accadeva in classe, senza intervenire. Pertanto afferma l’avvocato Occhiuto: “Se la perizia dovesse accettare l’incapacità di intendere e di volere dell’imputata, si ritornerebbe alla fase preliminare”.

La vicenda risale al maggio 2016 ed è stata al centro di un’indagine avviata sulla scorta di una denuncia presentata da alcuni genitori preoccupati perché i loro figli non volevano andare a scuola e perché erano particolarmente nervosi. Le indagini furono condotte dagli agenti del Commissariato di polizia di Sant’Agata di Militello che installarono telecamere nascoste documentando i maltrattamenti a cui sarebbero stati sottoposti i piccoli alunni.

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