Covid Hospital a Sant’Agata, una strada senza uscita

I Nebrodi dovranno avere necessariamente un Covid Hospital. Che sia a Sant’Agata o da un’altra parte poco importa. La strada pare segnata anche se ancora una decisione definitiva non è stata presa. E la ricostruzione che abbiamo fatto della vicenda porta in questa direzione. La conclusione cui siamo arrivati è questa: se la riconversione del corpo B dell’ospedale santagatese in Covid misto non fosse in nessun modo percorribile, tornerebbe in auge l’ipotesi del progetto iniziale pensato su Sant’Agata: riconvertire l’intero nosocomio cittadino in Covid Hospital. In alternativa individuare un’altra struttura, sempre nell’area Nebroidea, dove realizzare il Covid Hospital. Vi spieghiamo il perché.

Assessorato alla salute in cerca di una soluzione

Si sta cercando di trovare, ad ogni costo, una soluzione. Questa è la nostra impressione. E’ l’idea che noi ci siamo fatti sul ritardo che attiene alla questione Hospital Covid a Sant’Agata di Militello. Sulla decisione, o forse è meglio parlare di indecisione, da parte dei vertici dell’assessorato alla Salute, di realizzare o meno il Covid Hospital misto a Sant’Agata di Militello.

Nemmeno la task force di esperti inviata a Sant’Agata per verificare la fattibilità del progetto Covid Hospital misto, curato dal coordinatore per l’emergenza Covid in provincia di Messina, Giuseppe Laganga, è riuscita a schiarire le idee all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, il quale sembrerebbe essere in serie difficoltà sul da farsi nel caso specifico.

Da un lato, giustamente, l’esponente della giunta Musumeci, vorrebbe perseguire l’obbiettivo di andare oltre la precarietà causata dagli interventi nel pieno dell’emergenza. Il progetto è di rendere stabile l’ospedale di Sant’Agata di Militello, tenendolo pronto in caso di nuovi focolai o della tanto temuta seconda ondata di epidemia di Coronavirus, che gli esperti prevedono all’inizio della stagione autunnale. L’idea è di offrire anche ampie garanzie al territorio che, con la realizzazione del Covid Hospital misto di 36 posti letto per degenti e 4 posti di terapia intensiva, si presenterebbe all’appuntamento con la fase 2 quasi regola.

Dall’altro lato, Razza si è trovato a fare i conti con un imprevisto: il parere tecnico negativo della Direttrice degli Ospedali di Sant’Agata e Mistretta, Paolina Reitano, sul progetto redatto dal soggetto attuatore. Un parere dal quale affiorano troppe criticità con aspetti pericolosi che, evolvendo, potrebbero causare situazioni ingestibili sotto l’aspetto della contaminazione, una caratteristica dei reparti misti nei quali, come è avvenuto ad inizio epidemia in Lombardia, è stato possibile assistere alla moltiplicazione dei contagi.

Il lavoro degli esperti e le criticità

Un pool di esperti composto da funzionari dell’assessorato, ex commissari straordinari e direttori generali, coordinatori della Protezione civile regionale e responsabili della Medicina legale, è stato inviato dalle nostre parti dall’assessore regionale per verificare le criticità sollevate dalla dottoressa Reitano. Ma il pool sembrerebbe avere serie difficoltà a “smontare” le tesi della direttrice la quale ha relazionato tenendo conto degli indirizzi organizzativi dei servizi ospedalieri e territoriali per l’emergenza Covid-19 impartite da ministro della Salute Roberto Speranza.

Dei lavori per la riconversione del corpo B del nosocomio Sant’Agatese in Covid Hospital, quindi, non si sa nulla. Dall’Assessorato non abbiamo avuto nessuna risposta. O meglio: nessuna risposta chiara. Secondo noi, nemmeno loro hanno le idee chiare. Certo, adesso, considerato il calo dei numeri relativi ai contagi e la percentuale ( circa il 75% ) dei posti liberi nelle Unità Operative di malattie infettive con isolamento semplice, con isolamento a pressione negativa, nelle rianimazioni di generalista semplice, con isolamento e con isolamento a pressione negativa, molti potrebbero considerare l’ipotesi che tutto rimanga com’è. Che nulla più verrà realizzato.

Il piano del ministero della Salute

Ma non è così. L’obiettivo del ministero alla Salute rimane quello di creare Covid Hospital per 10 mila posti letto in tutta Italia. Dalla direzione generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute è stata inviata una circolare a tutte le Regioni che ha da una parte ha sospeso “le attività di ricovero ospedaliero, ad eccezioni di quelle considerate improcrastinabili quali i ricoveri in regime di urgenza”, dall’altra ha chiesto di “identificare prioritariamente strutture o stabilimenti dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19”.

Rimane dunque in piedi la politica dei Covid Hospital, ribadita tra l’altro dal ministro alla Salute, che verrà sviluppata nel decreto di aprile e prevede investimenti significativi sul fronte sanitario. Un potenziamento della sanità pubblica che punta ad aumentare considerevolmente il numero di posti di terapia intensiva che già in piena emergenza, in Italia è passato da 5700 a 9.000 posti. Se la riconversione del corpo B dell’ospedale santagatese in Covid misto non fosse in nessun modo percorribile, tornerebbe in auge l’ipotesi del progetto iniziale pensato su Sant’Agata, ossia riconvertire l’intero nosocomio cittadino in Covid Hospital o individuare un’altra struttura, nell’area Nebroidea, dove realizzarlo.

Share
Pubblicato da
Giuseppe Salerno