Decreto ingiuntivo AtoMe1, Marchese: “C’è chi tifa per il dissesto”

di Redazione
12/06/2020

Tiene banco a Sant’Agata di Militello la vicenda del decreto ingiuntivo da 7,5 milioni di euro che l’Ato Messina 1 ha inviato al Comune.

Ieri pomeriggio, al Castello Gallego, si è volto un Consiglio comunale, dove, al primo punto dell’ordine del giorno, si è discusso della mozione, presentata dalla minoranza che impegnava il sindaco Bruno Mancuso e l’amministrazione comunale a rendere partecipe il Consiglio comunale dello stato del procedimento relativo al piano di riequilibrio e del contenzioso con l’ATO ME 1, fornendo ogni documentazione ed informazione al riguardo, anche in ordine alle iniziative da intraprendere. La mozione è stata bocciata.

Fra il pubblico era presente l’ex consigliere comunale e dirigente nazionale del Partito Democratico, Nicola Marchese, che ha scritto un post su Facebook. Riportiamo integralmente le sue considerazioni.

“Ieri sono tornato con piacere in aula consiliare dopo oltre due anni; ovviamente tra il pubblico. Ho assistito alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno (rapporti ATO Me 1 – Comune), con la speranza che sull’argomento ciascun gruppo politico dicesse la propria. Devo dire che me ne sono andato via molto deluso. Perché fatta eccezione che per Carmelo Sottile, che ha illustrato la “mozione”, e per il sindaco (poco per la verità), nessuno è entrato nel merito delle questioni. Mi sarei aspettato di più da tutti, visto il gran “baccano” che ho letto sui giornali e sui social in questo periodo. La politica si dovrebbe fare prima e soprattutto nelle sedi a ciò deputate e non solo nelle piazze (vere e virtuali) e nei bar. Una cosa è certa e non da ieri: che la sottofatturazione 2005-2008 non è attribuibile alla amministrazione guidata da Carmelo Sottile. Una cosa che stamattina ribadisce anche l’ex sindaco. Però francamente non capisco chi mai avesse detto o lasciato intendere il contrario. A me non è parso affatto così.

Ciò precisato, evito qui di entrare nel merito delle questioni che riguardano i rapporti tra Comune e Ato e delle ipotetiche responsabilità politiche e gestionali perché un post su Fb non mi pare proprio lo strumento adatto per affrontare roba simile, che per l’appunto mi sarei aspettato di sentir trattata ieri … Non comprendo invece la scelta tecnica della mozione… Su cosa il Consiglio avrebbe dovuto impegnare l’Amministrazione? Ho letto e riletto la mozione e davvero non sono riuscito a comprendere il motivo della scelta di questo strumento; che non impegna l’Amministrazione neppure a interloquire e prendere posizione o rispondere. Ritengo molto sommessamente che sarebbe stata più utile una interrogazione. Che avrebbe impegnato l’Amministrazione a rispondere punto su punto e che avrebbe consentito agli interroganti di dichiarasi insoddisfatti delle risposte spiegandone le ragioni. Io credo che su questa come su altre questioni bisognerà tornare per fare migliore chiarezza di alcuni degli spunti che correttamente ha indicato anche Carmelo Sottile nel suo intervento di ieri, ma che necessitano di essere sviluppati con coerenza e lucidità. Un’ultima considerazione.

Un conto è chiedere e anzi pretendere chiarezza su queste vicende. Un altro augurarsi e anzi brigare perché il Comune di Sant’Agata cada nel dissesto finanziario. Eppure c’è chi lo fa e lo dice espressamente. C’è chi il dissesto lo vuole e se ne vanta pure, pubblicamente. Un gesto che non esito a definire “criminale” contro la mia città e contro i santagatesi. Il dissesto non significa solo l’aumento delle imposizioni fiscali ma anche una drastica riduzione dei servizi e l’aumento delle spese per averli da parte dei singoli cittadini e delle famiglie. Chi invoca il dissesto per sperare di consumare vendette contro i suoi nemici personali – che una volta però, tanto per cambiare, erano amici – sceglie lui soltanto di essere a propria volta nemico della città e dei suoi abitanti. Di questa gente che urla “muoia Sansone con tutti i Filistei” con tanta sciatta sufficienza, io diffido sempre. E dovremmo diffidarne tutti. Un’altra Sant’Agata è sempre possibile. Dipende dalla volontà di ognuno. Ma per ottenere cambiamenti positivi non ci si augura la distruzione totale. Quella non è politica. E se lo è non mi interessa”.

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