Militello Rosmarino, festa di San Biagio in barba a divieti e restrizioni

di Giuseppe Salerno
05/02/2021

La notizia che la Sicilia fosse in zona arancione dall’1 febbraio probabilmente a Militello Rosmarino non sarà arrivata. Come non saranno arrivate le restrizioni del Governo Musumeci, relative sempre alla zona arancione, ai rappresentanti delle istituzioni di alcuni comuni nebroidei che, lo scorso 3 febbraio, hanno partecipato ai festeggiamenti in onore di San Biagio, patrono di Militello.

Eppure le regole previste dall’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza, recepita con alcuni ritocchi dal presidente della Regione parlano chiaro: “… gli spostamenti verso altri Comuni sono consentiti solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”. Niente deroghe per “manifestazioni religiose”. Però ai festeggiamenti in onore del Santo Patrono di Militello, come testimonia lo scatto in evidenza (nella foto in alto) c’erano diversi sindaci con tanto di fascia tricolore.

L’aspetto più surreale della vicenda non sta solo nel fatto che siano state violate le regole in barba alle misure anti-Covid, che vietano gli assembramenti, ma anche nel fatto che a rendere pubbliche le foto dell’adunanza, sulla propria pagina Facebook, sia stato il vice sindaco del piccolo centro dell’entroterra tirrenico, Antonino Tomasi (come si vede dallo foto qui accanto). In una Sicilia “arancione” lo scorso 3 febbraio morivano 34 persone per Covid e a Militello Rosmarino, in violazione di un’ordinanza, si festeggiava.

Quello che è accaduto a Militello è sovrapponibile alla festa privata nel locale di Nicosia, durante la zona gialla, alla quale hanno partecipato un centinaio di persone. La stessa festa che – secondo la magistratura – avrebbe generato l’insorgenza di un focolaio che, nel giro di pochi giorni, a Capizzi ha fatto aumentare il numero dei positivi costringendo la Regione ad istituire nel piccolo centro la “zona rossa”.

La notizia ha fatto il giro del mondo facendo indignare l’opinione pubblica che si chiede come sia stato possibile che in un momento di grave emergenza per il paese si riesca ad organizzare un party. Per gli stessi motivi ci chiediamo come si riescano ad organizzare manifestazioni religiose come quella in esame. Il procuratore della Procura di Enna, Massimo Palmeri, sulla vicenda di Nicosia ha immediatamente avviato un’indagine per epidemia colposa delegando la Tenenza della Guardia di Finanza di Nicosia a far luce sull’intera vicenda. Probabilmente la Procura di Patti attende l’insorgenza di un focolaio a Militello per fare la stessa cosa.

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