Ospedale Sant’Agata, De Domenico: “Sì alla terapia intensiva, No al Covid Hospital”

di Giuseppe Salerno
15/05/2020

E’ chiara e inequivocabile la posizione del deputato regionale del PD Franco De Domenico, segretario della commissione Sanità dell’Ars che, intervistato da Nebrodi News sulla questione Covid-Hospital Sant’Agata di Militello, afferma che bisognerebbe cominciare a pensare ad un’assistenza sanitaria d’eccellenza riprogrammando e potenziando ogni singola unità operativa del nosocomio santagatese, mettendo da parte l’idea Covid-Hospital.

Il parlamentare considera opportuna la realizzazione di un reparto di terapia intensiva, a servizio dell’intera comunità nebroidea, convenientemente adeguato e pronto a ricevere qualsivoglia tipo di paziente in caso di emergenza pandemica, come quella in atto, si dice contrario alla realizzazione di un Covid-Hospital come riterrebbe confacente l’assessore alla salute Ruggero Razza.

Ricordiamo che la questione Covid-Hospital a Sant’Agata di Militello è ferma all’accesso della task force di esperti inviati da Razza per verificare la fattibilità del progetto Covid Hospital misto, redatto dal coordinatore per l’emergenza Covid in provincia di Messina, Giuseppe Laganga.

In quell’occasione (parliamo dello scorso 15 aprile) il pool di esperti, composto da funzionari dell’Assessorato, ex commissari straordinari e Direttori Generali, decise di rimandare di 72 ore l’inizio lavori in vista di un riesame del corpo B, in cui sarebbe dovuto sorgere il Covid Hospital che, da progetto, dovrebbe ospitare 36 posti letto per degenti e 4 posti di terapia intensiva. E’ passato un mese e degli esiti del sopralluogo all’ospedale di Sant’Agata nessuno sa nulla.

“In Commissione Sanità abbiamo chiesto un confronto con l’assessore Razza – afferma in nota il parlamentare regionale del Pd e segretario della Commissione Sanità – sulle strategie da adottare per ricominciare con una sanità ordinaria pur nella diversità della situazione: Ritengo, infatti, che non sia possibile accettare una moratoria di tre mesi dei servizi sanitari quotidiani, così come non sia possibile immaginare di sospendere i servizi di prevenzione. Ma non è neanche possibile che la gente abbia paura di recarsi in ospedale, né è possibile, infine, solo immaginare che il diritto alla cura sia rinunciabile o limitabile.

Alla luce della evoluzione dei casi di contagio, e ferme restando le precauzioni necessarie a non farsi trovare impreparati in caso di recrudescenza della malattia, ho chiesto all’assessore Razza una riorganizzazione della sanità nella nostra provincia che tenga conto dei seguenti punti:

1. per la comune capoluogo utilizzare solo un padiglione del Policlinico (massimo due), per garantire percorsi autonomi e la contestuale presenza delle professionalità necessarie per supportare a 360 gradi i malati covid, liberando completamente Piemonte e Papardo;

2. per Barcellona riaprire subito i reparti di Nefrologia, Dermatologia, Medicina, Chirurgia, Psichiatria, Cardiologia, Neurologia, insomma, ridare al comprensorio un ospedale e si metta da parte la malsana idea di nuovi reparti senza malati (vedi il post-covid);

3. per Lipari che si dia sicurezza ai residenti e ai turisti (che si spera verranno), coprendo i vuoti di organico (anche di infermieri e ausiliari), specie quelli di cardiologia e dotare il presidio delle apparecchiature necessarie ad uno standard di servizi adeguato e soprattutto si immagini un progetto di prevenzione epidemiologica attraverso controlli prima che i turisti raggiungano le isole;

4. per Patti che si ritiri con immediatezza la delibera che accorpa Medicina Generale alla Geriatria e Chirurgia Generale a Chirurgia Vascolare, restituendo serenità al territorio e centralità ad un presidio troppo trascurato negli ultimi anni;

5. per Sant’Agata Militello si abbandoni l’idea del Covid-hospital, destinando le risorse per mettere in sicurezza i locali del punto nascita (di cui non si hanno più notizie), e quelli del pronto soccorso, si provveda, inoltre, alla nomina delle figure apicali delle unità operative, per troppo tempo affidate a facenti funzioni, senza dimenticare le specificità dell’Ospedale di Mistretta e dei servizi territoriali che specie nelle zone disagiate vanno rafforzate;

6. ho chiesto, infine, che per i test sierologici sia fissato un prezzo più equo visto che l’attuale non copre, per i laboratori, neanche il costo vivo del kit, senza considerare i costi del personale e dei Dpi, consentendo da un lato a chi intenda eseguirlo privatamente di poterlo fare liberamente e di implementare, altresì, i dati utili alle indagini epidemiologiche ad oggi troppo trascurate.

Insomma tanta carne al fuoco per ricominciare a lavorare seriamente!”

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.