Sant’Agata, maggioranza dice no ai Cc aperti: scoppia la polemica

di Davide Di Giorgi
03/08/2022

I consiglieri comunali di maggioranza al Comune di Sant’Agata Militello hanno manifestato il proprio diniego alla richiesta dei consiglieri di minoranza ed indipendenti di convocazione dei Consigli comunali aperti alla cittadinanza in merito alla privatizzazione del cimitero santagatese e sui ritardi nei lavori di ultimazione del porto dei Nebrodi. Così gli esponenti dell’opposizione Melinda Recupero, Nunziatina Starvaggi, Monica Brancatelli, Giuseppe Puleo, Salvatore Sanna e Francesca Alascia, in una nota stampa, replicano alla coalizione che sostiene l’amministrazione comunale, guidata da Bruno Mancuso, e lanciano accuse di “sfuggire al confronto, perfino con la cittadinanza”.

La nota di minoranza e indipendenti

“Nella giornata dell’1 agosto 2022, in sede di conferenza dei capigruppo tenutasi nell’aula consiliare – raccontano gli esponenti di minoranza e indipendenti – è stato manifestato in un documento il diniego da parte dei consiglieri di maggioranza, rappresentati dai rispettivi capigruppo, alla richiesta di convocazione di un consiglio comunale aperto su questioni di fondamentale importanza per la nostra comunità – quali l’emergenza loculi e la privatizzazione del cimitero, nonché i lavori di completamento del porto, richiesta che era stata avanzata da parte dei sette consiglieri comunali di minoranza ed indipendenti. Riteniamo che questo inspiegabile diniego e la fuga da ogni confronto pubblico siano sintomi di chi, consapevole degli insuccessi dell’amministrazione in carica, che fedelmente sostiene, sfugge al confronto con la realtà, nascondendo il fallimento di oltre 4 anni di mandato amministrativo.

Leggendo le motivazioni ufficiali, prive di fondamento giuridico e fattuale, si può evincere la vera motivazione del diniego: è molto probabile che la maggioranza, consapevole del pessimo operato dell’amministrazione che sostiene su Porto e Cimitero, e delle temerarie e irragionevoli modalità con cui vorrebbero continuare, voglia nasconderlo ai cittadini. Costoro confidano ancora una volta di fare confusione, allontanando da sé le pesanti responsabilità, nella speranza di evitare fino alla fine il contraddittorio. Ma il bavaglio a un istituto di democrazia diretta, oltre a essere indice di cattiva amministrazione, è una grande scorrettezza non tanto nei confronti dei consiglieri proponenti, quanto piuttosto nei confronti dei cittadini, che ci hanno votato e li hanno votati.

Principi fondamentali come la trasparenza, la democrazia e la partecipazione, che dovrebbero governare qualsiasi res pubblica e che avrebbero dovuto essere bandiera della maggioranza consiliare e dell’amministrazione in carica, ancora una volta sono stati calpestati. Una maggioranza consiliare che, per l’ennesima volta, ha scelto di chiudersi a riccio: nessuna condivisione né confronto non solo con noi consiglieri di minoranza ed indipendenti, ma persino con i cittadini, per i quali invece sarebbe l’occasione giusta per essere resi edotti su temi fondamentali che riguardano il nostro paese e dare il proprio contributo.

Una sostanziale incapacità di confrontarsi e la volontà costante di sottrarsi al dialogo. Che democrazia c’è, dunque, oggi a Sant’Agata? Sono in molti a chiederselo. Ci auguriamo dunque che i colleghi consiglieri di maggioranza, piuttosto che provare a fare da scudo alle scelte dell’amministrazione, si ravvedino nella propria posizione ed accettino il confronto con la città” – concludono i consiglieri.

Il verbale della capigruppo dell’1 agosto

Le sedute “aperte” del Consiglio Comunale sono sempre state convocate in passato solo per questioni di rilevante interesse pubblico per le quali era utile e/o necessaria l’acquisizione degli orientamenti degli enti e delle parti sociali rappresentate dagli invitati esterni all’organo consiliare, come espressamente previsto dal comma 3 dell’art. 12 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale.

In questo caso, non si ravvisano nelle richieste dell’opposizione consiliare questioni problematiche che non possano essere compiutamente affrontate in ordinarie sedute consiliari, in cui, eventualmente, tutti i consiglieri comunali, rappresentanti dei cittadini, potranno acquisire dall’Amministrazione e dagli Uffici comunali ogni informazione utile su procedimenti amministrativi anche particolarmente complessi e delicati.

In quest’ottica, tenuto conto, altresì, che in sede di Consiglio comunale “aperto” non è consentito assumere alcuna decisione, si ritiene che il Presidente non debba dar seguito alla richiesta oggi in discussione, in quanto politicamente strumentale e funzionale, eventualmente, solo ad alimentare inutili e sterili polemiche che non servono a nessuno. Riteniamo, infatti, l’organo consiliare pienamente legittimato e capace di affrontare, con senso di responsabilità, ogni questione che gli verrà, di volta in volta, sottoposta.

La replica di capigruppo di maggioranza Rosalia Zingale e Salvatore Zingales

“Le dichiarazioni dei consiglieri di opposizione sono incomprensibili e contraddittorie. Prima attaccano il Presidente del Consiglio per presunti ritardi nella convocazione e della conferenza dei capigruppo e poi, in seduta, chiedono il rinvio della stessa. La verità è che nessuno sfugge da nulla, in quanto è stato ritenuto che le questioni potessero essere trattate in una seduta consiliare ordinaria. Quindi, appare evidente che chi scappa dal confronto è proprio l’opposizione. Il consiglio comunale non è un’agorà ma un luogo di confronto tra consiglieri comunali eletti dai cittadini per essere rappresentati”.

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