Mistretta, Comune nell’anarchia: in molti casi la legge non si applica

di Giuseppe Salerno
19/03/2018

Quello che succede al comune di Mistretta, oramai da qualche tempo, ha dell’incredibile. Incredibile quasi quanto la trama dei film di Walt Disney. Se l’argomento che stiamo per raccontare non fosse parecchio serio, ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate. Il Consiglio Comunale, nell’ultima seduta di venerdì, assegna, a seguito di manifestazione d’interesse, i tre impianti sportivi, di proprietà dell’Ente, a delle associazioni. Tutto secondo regolamento di consiglio. Peccato, però, che il Consiglio Comunale non può deliberare atti di natura gestionale, di esclusiva competenza degli uffici. Tale aspetto viene immediatamente fatto rilevare, durante la trattazione del punto all’ordine del giorno, da alcuni consiglieri comunali, che trovano conferma del presunto abuso nella risposta assertiva del segretario comunale interpellato.

Le deliberazioni del consiglio riferite alle assegnazioni dei tre impianti sono in assoluta violazione di legge, come in assoluta violazione di legge, è stata nel passato la nomina dei 5 esperti del sindaco, l’avviso tramite il quale il primo cittadino della città amastratina proroga la conduzione dei fondi rustici e l’autonomina, sempre dello stesso, a capo area dell’ufficio economico finanziario. Proprio di quest’ultimo aspetto si è discusso in merito ad un debito fuori bilancio che riportava la firma, di parere di regolarità contabile, del primo cittadino. Nella seduta è stata trattata la deliberazione riferita alla concessione di uno degli impianti, il maneggio comunale. Maneggio che, in violazione di legge, il Consiglio Comunale assegna a due associazioni. Gli uffici preparano un bando al quale partecipano due associazioni ed il Consiglio Comunale, accertando, arbitrariamente, la rispondenza dei i requisiti richiesti dal bando stesso, assegna la struttura sportiva ad ambedue. A parte il fatto che l’esame dei requisiti richiesti e l’assegnazione dell’impianto è un atto gestionale che spetta agli uffici, ma ad un bando, per esempio, per la costruzione di una strada, per il quale si presentano due ditte aventi ambedue i requisiti richiesti dall’avviso, secondo voi, un Comune può mai, per far contenti tutti, affidare ad entrambi i lavori ? La risposta è si, ma solo al Comune di Mistretta.

Nella medesima seduta di consiglio comunale, il sindaco di Mistretta, Liborio Porracciolo, affermando di non voler assolutamente rinunciare all’indennità di carica, si lascia andare ad una previsione dichiarando che quasi certamente questa sua affermazione sarebbe stata riportata dal “solito giornalino…” Non abbiamo capito a quale giornale si riferisse, anche se, qualcosa ci fa dire che ce l’avesse con noi.

Gli unici a fare informazione puntuale e critica dando voce a chi vuole parlare e certamente non a chi ci sbatte la porta in faccia con la pretesa che si debba scrivere solo quello che il potere vuole che si scriva. Dai modi, dall’enfasi, dalla passione e la teatralità che mette nel pronunciare “solito giornalino…” abbiamo capito che il sindaco attore, per i suoi trascorsi nel mondo dell’arte della recitazione, alla quale è rimasto legato ed imprigionato nel personaggio che ha interpretato forse nella sua ultima commedia, si approssima al seduta del Civico Consesso con l’errata convinzione di accostarsi al palcoscenico teatrale pensando, nei momenti di vuoto, tra una battuta e l’altra, in un momento di distrazione del suggeritore, di poter improvvisare, dicendo qualsiasi cosa che gli passi per la testa. Il sindaco Porracciolo non ha capito, o fa finta di non capire, che lui non è in condizione di attaccare o criticare nessuno, poiché nessuno in alcun giornalino, giornaletto o fumetto, ha fatto peggio di quanto abbia fatto lui al Comune di Mistretta. Nemmeno Paperino.

Non potrebbe criticare, ma lui persevera, lo fa. Lo fa con testardaggine e pervicace ostinazione. E’ veramente “tistuni”, si ostina nell’agire, pensare, esprimersi, a modo suo, con la sfrontatezza di attaccare e criticare l’operato di chi fa informazione. Lui che in 4 anni di amministrazione ha ridotto la città di Mistretta ai minimi termini, dal punto di vista economico, politico e sociale. Ma a pensarci bene non fa nient’altro se non l’unica cosa che sa fare: parlare. Parla, parla, parla…ma senza riuscire, di fatto, a concludere mai nulla. Parla e promette senza riuscire, nei fatti, a realizzare qualcosa di serio mettendo in pratica, con successo, ciò che dice. “E’ chiossai u fumu ca a sosizza” avrebbe affermato mio nonno. Oggi il Comune di Mistretta è sommerso dai debiti, da inchieste da parte della Corte dei Conti, da indagini della competente Procura della Repubblica del Tribunale di Patti e “questo” (il sindaco) ancora parla, attacca con battute simpatiche, a suo modo di pensare, che fanno ridere solo i suoi adepti.

Capiamo che per deformazione professionale ha la tendenza a difendere e a difendersi anche per ciò che è sbagliato, ma ora sta esagerando davvero. Ogni tanto esce con qualche videomessaggio, con la voce da vittima, raccontandosi bersaglio di comportamenti aggressivi, di circostanze negative, di intenti manipolatori e di un profondo senso di ingiustizia perpetrato nei suoi confronti.  Contro di lui, sostiene, l’opposizione che costituisce maggioranza consiliare, i funzionari dell’Ente comune, alcuni impiegati e un sedicente giornalista, senza titolo (a proposito di titoli, a nostro modesto modo di vedere la cosa, Porracciolo, farebbe meglio a guardarsi attorno, evitando di lanciare lo sguardo troppo in avanti). Ma lui rimane. Il popolo democraticamente lo ha eletto e lui rimane con le mani ben salde alla poltrona di prima cittadino. Il giocattolo è suo e quindi può farne ciò che vuole. Ogni tanto sprofonda in quell’atteggiamento per il quale si sente vittima delle trame avverse degli altri e del destino e travestito da falsa vittima simula un’aggressione inesistente, per scaricare la colpa sugli altri, liberandosi così da ogni responsabilità.

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