Viviana, aggressioni animali? Dall’autopsia emergono fratture compatibili
Le fratture multiple sul corpo di Viviana Parisi, la deejay di 43 anni ritrovata morta lo scorso 8 agosto sotto un traliccio nei boschi di Caronia , sarebbero compatibili “sia con una caduta dall’alto” quindi dal traliccio “sia con una aggressione di animali selvatici o cani di grossa taglia”. Traliccio sul quale la donna sarebbe potuta salire per sfuggire ad un’ipotetico assalto.
Emergono nuovi particolari dall’autopsia eseguita nei giorni scorsi sul corpo della donna che aveva fatto perdere le sue tracce il 3 agosto insieme con il figlio di 4 anni Gioele, che da allora è scomparso nel nulla. Si restringe, dunque, il campo delle ipotesi sulla morte della donna originaria di Torino ma che da anni viveva a Venetico, piccolo centro del messinese. E’ stata aggredita, insieme con il figlioletto, da due cani, forse rottweiler, come ipotizzano gli inquirenti? Perché sulla gamba della donna è stato riscontrato “almeno un morso, se non due” di “animali selvatici o grossi cani”.
Forse Viviana dopo avere scavalcato il guardrail è stata sorpresa dai cani che avrebbero aggredito il bambino, che gridava per la paura e la donna ha provato a difendere il figlio ed è stata azzannata a una gamba. Chissà. Un’altra ipotesi al vaglio degli inquirenti.
E poi spunta un altro giallo su cui indagano gli investigatori: la sparizione del calzino. La donna, nel momento del ritrovamento del corpo, indossava solo un calzino. L’altro è sparito e non è mai stato trovato. Che fine ha fatto? Qualcuno lo ha preso? Un animale selvatico, forse? Indossava una scarpa sportiva di colore bianca, “non molto sporca”, mentre l’altra è stata trovata a poca distanza. Ma del calzino non si sa più nulla.
Intanto, proseguono a ritmo serrato le ricerche del piccolo Gioele. Anche oggi una settantina di uomini ha setacciato tutta la zona attorno al luogo della sparizione, “siamo arrivato fino a un diametro di circa 2 km dal luogo del ritrovamento”, spiega un inquirente alla collega di AdnKronos. Ma anche ieri non c’è stata la svolta tanto sperata. Al lavoro anche i Cacciatori di Sicilia dei Carabinieri i quali hanno passato a setaccio anche le zone più impervie. Gli inquirenti, stanno revisionando tutti i video registrati dai droni che in questi giorni sono stati fatto girare nella zona del ritrovamento alla ricerca di un dettaglio qualsiasi che possa aiutare a trovare il bambino.
Bambino che, come emerge da un video al vaglio degli inquirenti, fino al momento dell’incidente era con la madre “ed era vivo”. “Si vede la faccia e si vede che è vivo, l’immagine è chiara – ha spiegato il Procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, che coordina l’inchiesta – E questo rende quantomeno più fondata l’ipotesi che nell’incidente stradale il bambino fosse con la madre. Parliamo di ipotesi, perché resta comunque un “buco” di 10 minuti”. Quei dieci minuti sono il tempo impiegato da Viviana Parisi per raggiungere con la sua Opel Corsa il casello autostradale di Sant’Agata. Ma non è l’unico video in possesso degli investigatori.
La Polizia sta passando al setaccio le immagini delle telecamere di diverse attività commerciali ed edifici privati. E che potrebbero aiutare a ricostruire ulteriormente il tragitto fatto dalla donna. La donna si è reimmessa in autostrada in direzione Messina-Palermo alle 10.52 di lunedì, 3 agosto. Dove era diretta? Poi l’incidente in galleria Pizzo Turda a Caronia. Dopo avere guidato “zigzagando”, come dicono gli inquirenti, è finita contro un furgone. Il bambino si è ferito? O è morto, come ipotizzano ancora gli investigatori, anche se non è l’ipotesi principale, che i familiari escludono categoricamente.