Comune di Mistretta, la Regione contesta violazioni sulla nomina di 5 esperti

di Giuseppe Salerno
04/05/2018

L’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica scrive al sindaco del Comune di Mistretta contestando la violazione dell’ ex articolo  14 della Legge Regionale del 26/08/1992 n. 7, “dove si dispone  – si legge nella lettera – che il numero degli esperti che possono essere nominati nei Comuni fino a 30 mila abitanti, non può essere superiore a due”.

Nota che il medesimo Assessorato trasmette, per conoscenza, anche alla competente Procura della Corte dei Conti, per i provvedimenti di  rispettiva competenza poiché, il sindaco del comune di Mistretta, Liborio Porracciolo, avrebbe violato la norma amministrativa, nominando 5 esperti, nonostante gli abitanti del  Comune amastratino non superassero le 4700 unità. Noi, in tempi non sospetti, l’avevamo scritto.

Nella comunicazione, a firma del Dirigente del Servizio del Dipartimento Regionale, viene contestata, altresì, la violazione del comma 4 del stesso articolo il quale obbliga il sindaco a trasmettere annualmente al Consiglio Comunale una dettagliata relazione sull’attività degli esperti nominati.

Il sindaco Porracciolo, in veste di amministratore del Comune amastratino, non è nuovo a violazioni di norme e regole. A parte la nomina dei 5 esperti, seppur a titolo gratuito, è diventato oramai di pubblico dominio l’avviso tramite il quale, il primo cittadino della città amastratina, proroga la conduzione dei fondi rustici, come anche l’autonomina, con cui lo stesso amministratore, in violazione di legge, si mette capo area dell’ufficio economico finanziario dell’Ente e per il quale, tra l’altro, dalle informazioni in nostro possesso, sarebbe stato indagato dalla Procura della Repubblica di Patti.

Quando non contravviene, lui stesso, alle volontà e al dettato del legislatore cerca, maldestramente, di giustificare e difendere anche le presunte violazioni commesse degli altri. Esempio n’è l’ultima assegnazione, da parte del Consiglio Comunale, di tre impianti sportivi, con rilevanza economica, di proprietà dell’Ente, a delle associazioni. Tra cui uno di questi impianti, nelle more di un bando emanato dagli uffici, lo stesso consiglio, lo assegna a due associazioni. Procedura, come abbiamo già avuto modo di affermare, non contemplata in nessun testo di diritto che tratta affidamenti di strutture pubbliche.

Tutto secondo regolamento di consiglio. Peccato, però, che il Consiglio Comunale non può deliberare atti di natura gestionale, di esclusiva competenza degli uffici e che l’affidamento dovrebbe avvenire nel rispetto delle previsioni di cui all’articolo 164 e seguenti del decreto legislativo 50/2016.

Una difesa, quella imbastita da Porracciolo, peggiore addirittura di quella del Benevento. Il sindaco tira in ballo un’istanza a firma del “peggiore assessore” della passata amministrazione, con la quale l’amministratore dell’epoca presentava al vaglio del Consiglio una proposta per l’affidamento di un impianto sportivo. Una proposta del 2014 che, presumiamo, lo avrà indotto a pensare: “se lo ha fatto lui si può fare o, in alternativa, se hanno sbagliato oggi i consiglieri che hanno deliberato atti di natura gestionale, di esclusiva competenza degli uffici, ha sbagliato anche lui a suo tempo.”

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